
Attività | Val Venosta
Attraversata dell'Ortles con salita al Cevedale giorno 3
Partenza della tappa regina. Subito di primo mattino dopo una ricca colazione iniziamo all'alba la discesa verso il lago vicino alla Martellerhütte. Proseguiamo lungo il percorso 103 fino a raggiungere la lingua del ghiacciaio. All'inizio abbiamo ancora il sole, ma le previsioni indicano l'arrivo della nebbia che rende più difficile l'orientamento sul ghiacciaio. Siamo arrivati alla lingua del ghiacciaio Fürkeleferner e indossiamo i ramponi. Una sensazione strana, ma senza di essi questo percorso non sarebbe fattibile. Il ghiaccio nudo è coperto da innumerevoli sassi e si sentono di tanto in tanto rocce rotolare. Non passa molto che arriviamo alle prime crepacci. Senza una guida alpina o un alpinista esperto di ghiacciai che ha già affrontato questa montagna, questa tappa non è consigliata. Salendo costantemente la nebbia è ormai la nostra compagna. Tutto è bianco su bianco e diventa più difficile. Inizialmente volevamo prendere il sentiero a sinistra verso la sella Fürkelescharte e poi proseguire lungo la cresta fino alla Zufallspitze. Ma lo abbiamo perso di vista e siamo già troppo in alto, così decidiamo di proseguire sul ghiacciaio. Le crepacci si moltiplicano e ora c'è un campo di crepacci che ci costringe a superare un breve tratto di arrampicata con i ramponi. Superata la difficoltà, si prosegue cautamente sul ghiacciaio fino a raggiungere una sella sotto la Zufallspitze. L'ultimo tratto per la vetta alta 3757 m della Zufallspitze mette alla prova la nostra forma fisica. La vista da qui sarebbe splendida, se la nebbia non ce lo impedisse. Non ci fermiamo a lungo, perché la giornata è ancora lunga e le previsioni meteo sono incerte. Torniamo quindi indietro brevemente e puntiamo alla vetta successiva, il Cevedale, il punto più alto della nostra escursione. Indossiamo di nuovo i ramponi e percorriamo una stretta cresta di neve. Qui non bisogna avere vertigini o paura, perché se qualcuno dovesse cadere da un lato, l’ultima persona in cordata dovrebbe saltare dall’altro lato per evitare che tutti precipitiamo. Questo ci incute il dovuto rispetto. Superato questo punto si passa accanto a un vecchio posto di artiglieria della Prima Guerra Mondiale, completamente fatiscente. Ci si chiede cosa avessero perso le persone qui in questa zona inospitale. Ora raggiungiamo anche la vetta. Una breve foto sulla cima nella nebbia, nulla di più. Peccato. Torniamo indietro fino alla cresta di ghiaccio e scendiamo poi il Zufallferner. Anche qui è vietato scivolare. Anche l’ingresso è difficile da trovare nella nebbia, ma la nostra guida conoscendo il percorso ci accompagna in sicurezza anche in questo punto. Ora scendiamo velocemente il ghiacciaio. Le crepacci sono ancora numerosi nostri compagni. Sulla destra si potrebbe andare alle 3 cannoniere, ma le evitiamo oggi perché il percorso è ancora lungo. Facciamo una pausa alla Casattihütte. Chi non vuole salire al Cevedale può scegliere in questa tappa il percorso n. 150 dalla Martellerhütte e passare per il passo Eissee fino alla Casattihütte. Questo percorso è più semplice, ma anche in questo caso ramponi e corda di sicurezza vanno portati, anche se abbiamo visto alcune persone affrontare questa parte di ghiacciaio senza equipaggiamento. Cosa comunque sconsigliata perché pericolosa. Ora lasciamo l’Alto Adige e attraversiamo tranquillamente fino alla Pizzinihütte. Avremmo già avuto abbastanza, ma il nostro percorso continua oggi. Salire al Passo Zebru sotto il sole cocente richiede le ultime energie. Sopra di noi la maestosa Cima Re di Pietra ci ispira il dovuto rispetto. Ora entriamo nella valle Zebru, che ci si presenta desolata. Regna il silenzio e improvvisamente ci sorprende uno stambecco giovane. Ci avviciniamo lentamente per riuscire a fare una buona foto. L’animale parte subito correndo giù dal monte. Non lontano vediamo uno stambecco ancora più maestoso, che si lascia osservare senza curarsi troppo di noi. Poco distante, poi, 4-5 stambecchi si muovono lungo il sentiero e riusciamo ad avvicinarci a soli 3-4 metri senza farli spaventare. I re della montagna sono il nostro secondo highlight della giornata. Ci sarebbe piaciuto fermarci più a lungo, ma ci aspettano ancora alcune ore di cammino e dobbiamo arrivare puntuali alla V. Alpinihütte. L’ultimo tratto fino al rifugio esaurisce le nostre risorse e questa salita è davvero una fatica perché il sentiero ghiaioso è anche brutto da percorrere. Siamo gli ultimi al rifugio e prendiamo posto nei letti a castello. La cena è sostanziosa, ma oggi ci vuole anche la zuppa all’aglio che ci dà nuova forza, come la birra fresca prima di cadere esausti a letto.

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